È un
misto tra un social
network, una chat, un "telegram" pubblico. In pratica
l’utente può condividere con
chi lo segue foto e video – incluso l’editing con scritte,
disegni e altre diavolerie – da
1 a 10 secondi. Tutto ciò è a scadenza, ogni snap può infatti essere visto quasi in diretta e poi si
autodistrugge entro 24 ore.
C'è
chi dice che non c’è da stupirsi dell’incredibile successo di questa
applicazione, io sono sorpreso di quanti usano il loro tempo guardando altri
che hanno usato il loro tempo pubblicando contenuti a scadenza, spensierati...
La dinamica è tutto live, esserci in quel momento. Proprio quando la storia
viene scritta, partecipare, vivere online lo stesso momento ingenuo e leggero
di chi condivide.
Ad
ogni modo si può inviare
uno snap al mondo oppure iniziare a messaggiare attraverso
foto e video con una particolare persona.
Possiamo dire che il
target di Snapchat è quello dei Millennials, ossia
indicativamente le persone nate tra gli anni ’80 e i 2000. Anche se ComScore ha
fatto i conti più precisi: il
46,8% degli utenti di Snapchat ha tra i 18 (ma anche 13) e i 24 anni.
Solo il 29.2% è rappresentato successivamente dalla fascia d’età 25-34.
È un
servizio giovane, per i più giovani, insomma. E lo ammetto: mi son fatto
aiutare da un'amica digital pr manager per impostare la foto profilo e fare il
mio primo SNAP.
Ergo
non sono tra i millennials di Snapchat. Follow me: @repule
E voi
avete già inizato a fare Snap oppure vi fermate alla chat?
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