via indika
Mosca, 15 giugno 2009. Potenze emergenti a confronto a Yekaterinburg, per continuare a ‘trainare’ l’economia mondiale oltre la crisi. Sono i leader di Brasile, Russia, India e Cina (denominate BRIC), a sedere in queste ore attorno ad un tavolo nella metropoli russa, per discutere delle principali problematiche di questo XXI secolo. In cima alla lista dell’odg, figura la necessità di “ripensare il sistema finanziario” considerato alla causa della crisi economica, incombenza seguita dalla volontà di ridurre la dipendenza dal Dollaro USA, mettendone in discussione il ruolo di moneta globale. “La buona notizia è che le nazioni ricche sono in crisi, e che i paesi emergenti stanno dando un netto contributo per salvare l’economia e, di conseguenza, salvare le nazioni ricche”, ha dichiarato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva nei giorni scorsi, aggiungendo in merito ai paesi più progrediti, “non sono gli unici a contribuire alla produttività mondiale, e nemmeno ai consumi”. Ecco spiegato perchè, secondo Lula e gli altri leader del BRIC, è necessario rivedere la geografia politica e degli scambi mondiali.
La realtà dei fatti è questa: quelle che fino a pochi anni fa potevano passare come sparate pretenziose, alla luce dei fatti e dei numeri odierni paiono più che realistiche. Lo dimostra il fatto che, oggigiorno, Brasile, Russia, India e Cina contribuiscono per il 15% dei 60,7 trillioni di dollari dell’economia globale, con un trend di crescita che secondo Goldman Sachs in 20 anni porterà il BRIC a surclassare i paesi del G7, mentre la Cina conquisterà il primato di maggiore economia del pianeta subentrando agli Stati Uniti. Tanto basta a dare impulso a nuove correnti di pensiero, che vorrebbero ridisegnare la mappa geopolitica e geoeconomica globale, e il summit in corso in questi giorni è la prova di come una speculaizone filosofica stia prendendo forma e concretezza nella volontà delle quattro maggiori potenze emergenti, e c’è da scommetterci, sta scuotendo anche la pretesa di intoccabilità dell’Occidente.
Tra i principali temi trattati a Yekaterinburg ci saranno:
- reazione alla crisi finanziaria
- alternative al dollaro USA
- riserve monetarie
- la politica del G20
- sicurezza alimentare
- sicurezza energetica
- non proliferazione nucleare
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